Progetto Diderot

Progetto Diderot

Ad inizio febbraio l’astrofisico Davide Cenadelli dell’Osservatorio Astronomico della Valle d’Aosta ha incontrato un gruppo di studenti dell’Istituto Sobrero, dedicando loro due mattinate per parlare di vita nell’Universo. Lo studioso e’ intervenuto nelle classi 1A, 1E, 1AL e 1BL coinvolte nel progetto Diderot, intitolato “Dalle nane alle supergiganti”, trattando ben cinque tematiche: i pianeti e satelliti simili alla Terra; la vita nel Sistema Solare; la vita extrasolare; comunicazione con forme di vita extrasolari;  possibilità di comunicazione con civiltà aliene.

Nelle lezioni dialogate il dottor Cenadelli ha paragonato i corpi celesti del Sistema Solare alla Terra e, a seguito delle riflessioni emerse, ha affermato che Marte, Titano e Europa sono corpi celesti con alcune caratteristiche simili a quelle del nostro pianeta. L’astrofisico ha poi spiegato che affinché si generi la vita su un pianeta, quest’ultimo deve trovarsi nella cosiddetta zona abitabile, area dello spazio abbastanza lontana dalla stella da far sì che il pianeta non sia esposto a quantità di onde elettromagnetiche troppo elevate, ma allo stesso tempo sufficientemente vicina in modo da permettere al pianeta di riceverne una quantità adeguata. 

Gli unici corpi celesti nel Sistema Solare su cui si potrebbe sviluppare la vita sono quindi Marte, Titano ed Europa. Su questi ultimi due satelliti gli organismi che si potrebbero generare sarebbero probabilmente diversi da quelli a cui noi siamo abituati.

Gli studenti hanno appreso che nell’Universo c’è un’elevata possibilità che ci siano moltissimi pianeti simili alla Terra sui quali però non è sicuro che la vita esista. Attorno alla stella più vicina a noi, Proxima Centauri, orbita un esopianeta chiamato Proxima Centauri b. Recentemente è stato scoperto un altro esopianeta importante, K2-18 b, che si trova nella zona abitabile; c’è la possibilità che ci siano oceani sulla sua superficie, perciò si ipotizza che sia presente la vita.

Parlando invece a riguardo della comunizione con forme di vita extrasolari, Cenadelli ha spiegato che nello spazio i messaggi possono essere inviati tramite onde elettromagnetiche che viaggiano alla velocità della luce e devono essere codificati in un linguaggio universale come il codice binario. Ad esempio, il messaggio di Arecibo, inviato nello spazio nel 1974, è stato scritto in codice binario e rappresenta i numeri dall’1 al 10, gli elementi che compongono il nostro DNA, immagini stilizzate che raffigurano l’uomo, il DNA, il Sistema Solare e il telescopio di Arecibo. Un’eventuale risposta da parte di civiltà extraterrestri a questo messaggio impiegherà però moltissimo tempo per tornare sulla Terra.

La trattazione di questi temi ha molto affascinato i giovani studenti e Cenadelli ha voluto concludere gli incontri ponendo ai ragazzi una domanda rispetto ad una possibile comunicazione con civiltà aliene e le risposte sono state di vario genere. Alcuni hanno pensato che sia meglio evitare di inviare altri messaggi per non rischiare di contattare ipotetiche forme di vita più sviluppate di noi le quali, venendo a conoscenza della nostra esistenza, potrebbero magari invadere la Terra. Altri hanno invece pensato che sia giusto continuare a mandare messaggi perché è nella natura dell’uomo essere curioso e in cerca di risposte e inoltre le ipotetiche forme di vita più sviluppate di noi, se avessero intenzione di eliminare il genere umano, potrebbero farlo in qualsiasi momento.

Gli incontri con il dottor Cenadelli– così afferma uno studente -mi sono piaciuti molto. E’ stato interessante poter parlare con un professionista così preparato e appassionato del suo lavoro. Il mondo dello spazio è affascinante e grazie a lui lo abbiamo sentito un po’ più vicino.