Non solo una preziosa occasione di full immersion linguistica, -spiega la professoressa Anna Chiara Arecchi, coordinatrice del corso internazionale- ma anche un significativo momento di potenziamento didattico e metodologico: la scuola che frequenteranno i nostri studenti è stata accuratamente selezionata all’interno del parterre di istituti convenzionati con Cambridge, al fine di garantire l’apporto di docenti madrelingua formati nelle singole discipline oggetto d’esame. A corredo delle lezioni non mancheranno escursioni e attività outdoor, prima fra tutte la visita ai Royal Botanic Gardens di Kew, a pochi chilometri dalla capitale. Con i suoi 132 ettari, 40 edifici di importanza storica e 8,3 milioni di piante ed esemplari di erbario fungino, il sito, dichiarato patrimonio mondiale dell’UNESCO nel 2013, ospita la più grande seed bank (banca dei semi) del mondo, dove sono custodite più di 40.000 specie. Proprio nella cornice di una splendida residenza storica (oggi adibita a laboratorio botanico) i nostri studenti, guidati dagli esperti del Parco, svolgeranno un laboratorio didattico in lingua in cui apprenderanno ad analizzare la morfologia cellulare delle piante.
“Definita da molti come la più complessa macchina costruita dall’uomo”. Così il dottor Mario Sitta (professore associato di Fisica Sperimentale presso il Dipartimento Scienze e Innovazione Tecnologica dell’Upo e collaboratore all’esperimento ALICE del Cern di Ginevra), ha presentato alle classi V LI, V AL e IV LQ del Sobrero il Large Hadron Collider di Ginevra (o LHC), il più grande acceleratore di particelle esistente al mondo, costruito presso il Consiglio Europeo per la Ricerca Nucleare.
In vista della loro prossima visita alla struttura il professor Sitta ha spiegato agli studenti il funzionamento dell’acceleratore: “l’esperimento ALICE, acronimo che significa ‘A Large Ion Collider Experiment’, studia il Quark Gluon Plasma, un preciso stato della materia, riproducendolo nelle collisioni tra pacchetti di protoni all’interno dell’acceleratore stesso. Determinando lo scontro tra particelle, viene causata la formazione di nuove particelle grazie al rilascio di energia. Si tratta di particelle ad altissima energia, basti pensare che se si conferisse la stessa energia che ha un protone all’interno dell’acceleratore a tutte le particelle che compongono un moscerino, esso avrebbe più energia di 25 treni ad alta velocità messi assieme. Questo a causa dell’altissima densità di energia alla quale avvengono gli esperimenti all’interno di LHC. L’acceleratore è caratterizzato dalla presenza di 27km di magneti superconduttori, mantenuti a -271.3°C e raffreddati con elio superfluido. Al suo interno, nel momento in cui è a regime, avvengono 1 miliardo di collisioni al secondo. Quando è in funzione, l’acceleratore consuma un terzo dell’energia dell’intero cantone di Ginevra”.
Un dato, in particolare, ha stupito il giovane pubblico: in un anno di ricerca al Cern si ottengono più di 10 petabyte di dati, che corrisponderebbero a una colonna di cd alta 20km.
“Grazie all’interessante intervento del professor Sitta-commenta Pietro Delodi, classe V LI-abbiamo avuto occasione di riflettere sulle importantissime ricadute delle ricerche condotte dagli studiosi del Cern sulla nostra dimensione quotidiana: il web e la cura dei tumori con l’utilizzo di fasci di particelle sono solo due degli innumerevoli esempi di applicazione delle scoperte e delle invenzioni del Cern alla sfera quotidiana”.
Sarebbe possibile ipotizzare un viaggio nel tempo? Affascinante e complessa la sfida lanciata agli studenti a conclusione dell’intervento, ricordando, però, l’importanza delle “opportune evidenze scientifiche”.

Pietro Delodi, classe V LI